Recensione libro nel noidonne.org

Ci sono libri cui ci si accinge con leggerezza, per il titolo, l’immagine di copertina, la sinossi. Epperò ti incuriosiscono per la biografia dell’autore, che non sempre è ‘solo’ uno scrittore, spesso, anzi sempre più spesso, fa un altro mestiere. E allora l’istinto suggerisce che tra quelle pagine si troverà ‘altro’. E’ il caso de La luce che brilla sui tetti (Tea), di Maria Giovanna Luini, narratrice, saggista e sceneggiatrice. Nonché medico, con specializzazione in senologia, per 15 anni consulente di Umberto Veronesi allo Ieo (Istituto Europeo Oncologico).

 Luini narra di un incontro tra due professionisti, Andrea e Lucilla, in un ospedale oncologico del capoluogo lombardo in cui dolore e speranza alternano le giornate di professionisti e pazienti. Racconta di talenti, vocazioni, sogni, amicizie, invidie, pettegolezzi, competizioni. Quelle che ci sono un po’ ovunque, in qualsiasi posto di lavoro, nessuno escluso.
Lo schema narrativo è semplice, senza troppi colpi di scena. Eppure rapisce. Perché il senso non sta tanto nella concatenazione dei fatti, ma in quel continuo bilanciamento tra vita e morte, potere e rinuncia, timori e presagi.

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